martedì 19 settembre 2017

Il castello di martedì 19 settembre






ZEME (PV) - Castello

Nel medioevo era indicato come Cemide o Zemide. Appartenne forse fin dal X secolo al Vescovo di Pavia e successivamente al priorato di Santa Croce di Mortara; per metà nel 1311 però veniva confermato ai conti Palatini di Lomello. È altresì nominato nei diplomi imperiali (1191, 1220) che assegnano la Lomellina a Pavia (ma non nel più antico del 1164). In epoca viscontea venne in potere di Filippino, figlio di Facino Cane, che nel 1524 lo vendette al condottiero Angelo della Pergola (allora signore anche di Sartirana); nel 1518 il pronipote Francesco della Pergola vendeva Zeme ai San Cassiano, ma nel 1532, costituita la diocesi di Vigevano, la Contea di Zeme fu assegnata al capitolo e alla Mensa Vescovile di quella città; il dominio feudale della Mensa cessò solo con l'abolizione del feudalesimo. Nel 1707 (e ufficialmente nel 1713) Zeme, con la Lomellina, passò sotto il dominio dei Savoia. Nel 1818 vennero definitivamente uniti a Zeme i soppressi comuni di Marza e Sant'Alessandro, costituiti dalle omonime cascine. Il castello è un edificio a blocco unico, con pianta rettangolare, dal basamento scarpato, situato in corrispondenza dell'angolo nordoccidentale dell'abitato. Sull'angolo meridionale si innalza una torretta cilindrica munita di caditoie. Benché sia noto in luogo come "castello", è in realtà una palazzina settecentesca, dunque un edificio d'abitazione, sia pure probabilmente ricavata da una preesistente casa-forte, di cui non sono note le vicissitudini. I fabbricati adiacenti, fra i quali una cappella sconsacrata, indurrebbero a ipotizzare la presenza in luogo di un ricetto. Il castello mostra finestre con semplici ma eleganti cornici settecentesche racchiudenti teste muliebri. Sul lato posto a nord si vede un affresco raffigurante un santo in piviale e mitria. Sul tetto si nota un curioso comignolo a doppio fungo. La cinta ad ovest ha due portali d'ingresso, uno dei quali reca la data 1741. La facciata meridionale, in cui si apre l'ingresso, mostra agli angoli due corpi di fabbrica sopraelevati, rappresentazione scenografica delle antiche torri angolari. Le pareti verso il cortile sembrano conservare un tessuto murario più antico ove l'intonaco settecentesco lascia intravedere l'ordito dei mattoni; alla sommità dei muri perimetrali sono osservabili tracce di merlatura tamponata. Le basi dell'edificio sono a scarpa, anche se un innalzamento del terreno circostante effettuato molti decenni fa nasconde alla vista questa particolarità, insieme con ogni eventuale traccia del preesistente fossato. Anziani del luogo affermano che dal castello si diparte un cunicolo che venne parzialmente esplorato molti decenni orsono, senza esito. Esso si dirigerebbe verso l'attuale cascina "Marza".

Fonti: http://www.comunezeme.pv.it/index.php?mod=Storia, http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1A050-00259/, http://www.infolomellina.net/html/zeme.htm

Foto: la prima è presa da http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1A050-00259/, la seconda è presa da http://www.infolomellina.net/img/zeme_cast.jpg

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