venerdì 15 settembre 2017

Il castello di venerdì 15 settembre






PERUGIA - Castello di Civitella d'Arna

La città, un tempo importante, vanta origine umbre anche se gli Etruschi furono i principali artefici del suo sviluppo, nel IV secolo a.C. Il nome originale Arna, in etrusco, significa "corrente del fiume", dovuto probabilmente al fatto che la città sorgeva tra due grandi corsi d'acqua, il Tevere ed il Chiascio (un piccolo torrente present a tutt'oggi è chiamato Rio d'Arno). Arna si sviluppò anche durante il periodo romano, tanto che intorno al VI secolo era sede vescovile. Il suo declino cominciò con le devastazioni portate dal passaggio delle orde barbariche di Totila e terminò con le lotte secolari fra Bizantini e Longobardi. Il massimo sviluppo urbanistico di Arna dovette attuarsi nei primi secoli dell’età imperiale sulla sommità del colle di Civitella, dove poi si insediò il castello, e sui ripiani orientali e meridionali. Le notizie storiche scarseggiano dopo il VI sec. d.C., la sua decadenza e scomparsa si possono far risalire al suo coinvolgimento nella guerra Gotica; trovandosi Arna nella scomoda posizione tra il Ducato Bizantino di Perugia e il Gastaldato longobardo di Assisi, infatti fu occupato da Teodorico il Grande (454 ca-526); e nel 726 venne distrutta da Liutprando (+ 744), re dei Longobardi, durante la campagna per la conquista dell’Esarcato. Nel 1059 papa Niccolò II (1058-61) donò a Bonizone, abate di San Pietro in Perugia, per la sua fidelitas i beni che la Chiesa Romana possedeva nel territorio, tra cui Civitella d’Arna e Pilonico Paterno. Nel 1209 fu assegnato in pegno ad Assisi per la pace stipulata tra il podestà perugino Pandolfo di Figura e il console Marangone. Ritornato sotto Perugia e aggregato al contado di porta Sole, nel 1282 era già classificato come castrum con ben 71 focolari (pari a circa 355 persone). Negli Annali Decemvirali del 1380 e nella coeva Rassegna di castelli e ville del Rione di Porta Sole compare con il toponimo “Villa Civitelle Arnis“, e come “Castrum Civitelle Arni“, a proposito di una visita pastorale di Giuliano Della Rovere nel 1571, alla cappella di S. Germano, presso il castello di Civitella. Nel 1381 fu conquistato dai fuoriusciti perugini, ma l’anno successivo ripreso con l’aiuto delle milizie assisane. Nel 1394 Barzo di Angelello di Nino Barzi, cittadino perugino, vendette alla città di Perugia la rata della Rocca di “Castel d’Arno” che era stata occupata alcuni mesi prima da Francesco Barzi. Nel 1494 fu assalito e depredato da Jacopo e Alessandro Fiumi di Assisi con la conseguente ritorsione da parte dei Baglioni di Perugia. Il 2 gennaio 1522 si radunarono nelle vicinanze del castello le milizie (circa 3500 uomini) di Malatesta IV e Orazio II Baglioni, figli di Giampaolo, intenzionati a riprendere il controllo di Perugia. A Civitella cominciarono le trattative con lo zio Gentile Baglioni (+ 1527) affinché la vicenda si risolvesse senza spargimento di sangue: nonostante la mediazione di Mario Orsini tutti i tentativi fallirono. Il 4 gennaio Perugia venne assalita, senza esito. La veemenza, il perpetuarsi degli attacchi e la paura di una sollevazione popolare indussero, però, Gentile e i suoi familiari a fuggire a Città di Castello ospitati da Vitello Vitelli (+ 1528) e da sua moglie Angela Rossi. Nel secolo XVII il castello fu per un lungo periodo il covo del bandito perugino Francesco II Alfani, morto a Cortona nel gennaio 1635 all’età di 72 anni. Da Civitella controllava il passaggio obbligato della strada Gualdo Tadino-Perugia commettendo delitti e rapine ai danni degli incauti viaggiatori: a lui vennero, infatti, attribuiti circa 78 omicidi. Imprigionato nella fortezza di Perugia e confortato dalla compagnia di Stratonica, figlia del carceriere, evase poco dopo e si rifugiò a Monte Santa Maria. Gli Alfani già dal 1441 possedevano estese tenute intorno a Civitella (oltre 80 ha) con Alfano, discendente del famoso giurista Bartolo da Sassoferrato. Nel secolo XVIII Civitella d’Arpa divenne residenza degli Azzi di Arezzo iscritti ai nobili collegi del Cambio e della Mercanzia. Nei primi anni dell’800 Ugo Maria degli Azzi, erudito di storia e filosofia, sposò una Vitelleschi e aggiunse al suo casato il cognome. Dagli Azzi Vitelleschi nel 1912 la proprietà passò a Francesco Paolo Spinola e nel 1955 all’ingegner Ubaldo Baldelli. Il castello (XIII secolo) è costruito su fondamenta di antiche cisterne romane, i cui resti sotterranei sono osservabili tuttora. Rimaneggiato più volte per ospitare i signori locali (i Sozi, i Degli Azzi Vitelleschi, gli Spinola, fino agli attuali proprietari, i Baldelli), conserva il bastione di ingresso e un bell'arco del XIV secolo. Un alto mastio guelfo con beccatelli spicca all’interno del castello, racchiuso da possenti mura dentro le quali sono stati ricavati nuclei abitativi. In buono stato anche due torri quadrate angolari, una delle quali funge da ingresso principale. Tratti di mura etrusco-romane sono ancor oggi individuabili nelle mura esterne. Altri link suggeriti: http://www.fotodiaries.com/italia/civitella-darna-e-il-dialetto-perugino/, https://www.youtube.com/watch?v=DYucB7k6-Sw (video di Mister Jack rosi).

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Civitella_d%27Arna, http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-civitella-darna-civitella-darna-pg/,

Foto: la prima è del mio amico Claudio Vagaggini, scattata ieri 14 settembre sul posto, mentre la seconda è presa da http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-civitella-darna-civitella-darna-pg/

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