lunedì 18 dicembre 2017

Il castello di lunedì 18 dicembre




ZERBO (PV) - Castello

Come per molti altri paesi e località con nome simile, Zerbo deriva dal lombardo “Zerb”, acerbo e indica quindi terra incolta. L’insediamento ebbe forse origine, così come quello della frazione Torre Selvatica, da fortificazioni erette sulla riva sinistra del Po ai tempi delle prime rivalità tra pavesi e piacentini, che spesso si scontrarono lungo il fiume. Nei più antichi documenti è chiamato Gerbo, Gerbi, Villa Gerbidi e risulta possedimento di Corte Olona, sede regale longobarda, e del monastero di S. Agata in Pavia, uno dei primi nella Lombardia cristiana, fondato nel 672 dal re Bertarido. In un documento dell’8 giugno 1187 papa Urbano III conferma a Sjbilia, badessa di S. Agata, alcuni beni, tra cui “Jerbum”, con due cappelle, una di S. Martino, l’altra di S. Donnino. Nell’anno 1181 Gerbo paga per fodro(1) e giogatico(2) 140 soldi e questo rivela una certa importanza dell’abitato. Nel 1374 Zerbo e Torre Selvatica appartengono al Vicariato di S. Colombiano, nel XV secolo al Vicariato di Belgioioso, infeudato a casa d’Este, nel 1500 alla nobile famiglia Lucini. Il castello nei primi tempi fu proprietà di una famiglia decurionale pavese di parte guelfa, Pavaro o Paveri; nel 1453 passò ai Bracazoli, che lo ripararono dopo le battaglie dei Beccaria contro i Visconti. Con diploma del re Carlo II di Spagna del 7 Aprile 1683, signore di Zerbo e Torre Selvatica divenne il marchese Pio Ghislieri – Ajzaga – Malaspina, decurione di Pavia. Nel 1749 i Ghislieri cercarono, con tenace vertenza, di separare le due comunità di Zerbo e Torre Selvatica. Nel 1771 il feudo fu trasferito dai Ghislieri ai conti Gallarati-Scotti. Nelle varie e ripetute guerre, questa zona, situata sulle rive del Po, fu più volte attraversata da truppe, nel 1746 abbiamo notizia di un saccheggio di Zerbo per mano dei franco-spagnoli. Al centro del paese, in posizione dominante, sorge un palazzo, chiamato comunemente castello, che risale al 1600 ed è circondato da una depressione, corrispondente al vecchio fossato. La costruzione è disposta su tre lati chiusi da un muro di cinta convesso, a profilo ondulato e saliente (caratteristica tipica del Settecento): l’insieme appare piuttosto maestoso e scenografico. Tipologicamente presenta un impianto ad ‹‹U›› che ricorda quello dei castelli rurali dell'area pavese (Celpenchio di Cozzo, Valle Salimbene). Attualmente è di proprietà privata ed ospita un ristorante. Ai lati si notano ancora edifici antichi, probabilmente fortificati; sul muro di uno di questi è dipinto lo stemma della famiglia Roverselli. Dietro il palazzo vi sono abitazioni note col nome di Colombarone (dalle colombaie, un tempo molto diffuse), fra le quali si trovano una torre riadattata in cui si intravede la sagoma di una finestra rinascimentale e resti di quella che, presumibilmente, fu la rocca medioevale.

Fonti: http://halleyweb.com/c018188/zf/index.php/storia-comune/, http://www.visitapavia.it/itinerari/Castelli%20nel%20Pavese/Castelli-del-Pavese-Zerbo.html, http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1A050-00611/

Foto: la prima è presa da http://compagniadeigourmet.weebly.com/11-i-templari-zerbo.html, la seconda è presa da https://it.pinterest.com/pin/575757133581391893/

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