sabato 13 gennaio 2018

Il castello di domenica 14 gennaio




CIVITELLA SAN PAOLO (RM) – Castello abbaziale

E’ uno tra i più interessanti esempi di architettura militare medievale della media Valtiberina, perfettamente conservato. La funzione di fortilizio militare appare chiara dalla struttura della rocca quadrilatera (lunga circa 32 metri, larga l3m e alta 20m) che presenta rafforzamento delle mura nella parte bassa; un’accentuata- sporgenza del bordo superiore delle mura; ampli merli; assenza originaria di finestre (quelle che si possono osservare sono state aperte in epoca recente, anticamente c’erano solo strettissime aperture). È probabile che in origine (X - XI secolo) vi fosse soltanto una torre (identificabile nell'attuale mastio, probabilmente dovuto alla famiglia Cenci), edificata in un luogo strategico per svolgere funzioni di vedetta e di vigilanza sui traffici fluviali, sul transito di eserciti nemici, di merci o di bestiame lungo la via Tiberina. L'incastellamento del territorio "Collinense" da parte dell'Abbazia di San Paolo (fine XI secolo), appoggiato dai papi (quasi a ribadire e confermare lo statuto di abbazia territoriale in funzione anti-imperiale e in contrapposizione con la potenza del contado sabino, allora soggetto all'Abbazia di Farfa), produsse l'effetto della costruzione a catena di torrioni e fortilizi all'interno delle mura delle cittadine soggette. Secondo un documento papale del 14 Marzo 1081, infatti, i Monaci di San Paolo ricevettero da Papa Gregorio VII il territorio di Civitas de Colonis, attuale Civitella San Paolo. Sul finire del XII secolo a Civitella San Paolo, soggetta all'investitura degli eredi di un certo Teobaldo di Cencio, tra la torre e la porta venne edificato un potente cassero (o dongione) di forma quadrata, con una torretta angolare sul lato sud-ovest. Il possesso della fortezza fu conteso, in epoche successive, dalle famiglie Cena, Orsini, Savelli e Colonna, tornò poi ai monaci di San Paolo. La conformazione del castello più o meno nelle forme attuali, si deve proprio alla ripresa e allo stabile possesso di Civitella da parte del monastero (metà del XIV secolo): un quadrilatero murario coronato da merli guelfi in aggetto su beccatelli (il Monastero di San Paolo era sotto la protezione dello Stato Pontificio quindi la merlatura del castello è guelfa, diversa da quella ghibellina a coda di rondine), porta levatoia, cortile d'armi, cisterna d'acqua e fossato. I massicci merli rettangolari hanno una distanza l’uno dall’altro sufficiente a permettere il lancio di sassi e frecce e lo scarico di olio bollente sui nemici assedianti. Un merlo si ed uno no c’è una feritoia a difensivo ed offensivo: essa serviva a vedere ed a non essere visti. Nella metà del XV secolo il castello fu dotato di un baluardo a forma pentagonale, con saliente rivolto verso la piazza e troniere interne per le armi da fuoco, eloquente evoluzione ed ultima dotazione di architettura militare dell'epoca al fortilizio. Nella muratura del castello, posizionata nel lato destro della porta, all'altezza di 15 metri dal piano del fossato, esiste ancora una serie di doppi incassi o buche pontate, interpretabile forse come tracce di un raro "castelletto a sbalzo" (hourd), con la struttura semiprovvisoria di un camminamento esterno, imbastito su mensole e puntoni lignei, oggi scomparsi. Nel 1434 Papa Eugenio IV concesse in enfiteusi i castelli di Civitella e Civitucola ai nobili Giorgio e Battista Ridolfini da Narni, con i quali aveva un debito di 5000 fiorini a titolo di stipendio per i servigi resi dai due condottieri durante la battaglia di Bracciano contro il Fortebraccio. Tale concessione fu revocata nel 1446 ma senza alcun effetto, infatti, nel 1448 i suddetti castelli furono ceduti dai Ridolfini ai Monaci di San Paolo per la somma dì 2000 ducati. Nella seconda metà del Quattrocento, nell'area compresa tra la chiesa di Santa Maria ed il castello, in aderenza con questo, si edificò il palazzetto abbaziale con cortile e doppio loggiato interno su pilastri dorici ottagonali, soffitti a cassettoni dipinti a stemmi e grottesche: si tratta di una pregevole residenza locale con caratteri stilistici squisitamente rinascimentali. L'opera fu successivamente ampliata e completata sino al 1578. Si crearono così due nuclei edilizi ben distinti: l'uno con caratteristiche civili e residenziali, l'altro con funzioni prettamente militari, comunicanti tra loro per mezzo di una porta di soccorso con saracinesca in legno ancora in situ. Dopo l'abbandono del periodo francese e sino alla caduta della Repubblica Romana (15 luglio 1849), il castello rimase disabitato; ma con il ripristino dell'Ancien Régime, tra il 1852 ed il 1857, l'Abbazia di San Paolo approntò dei restauri al complesso, per rendere più vivibile il soggiorno dei monaci e dei novizi. Proprio per questi ultimi ospiti, nella torre erano conservati degli scenari per l'allestimento di un teatrino dei burattini. Con l'occasione fu anche sistemato l'ingresso principale, preceduto da sette gradini provenienti dai marmi scampati all'incendio della basilica di San Paolo, ed apposta l'iscrizione commemorativa (1852). Nel 1924, per interessamento dell'abate Ildefonso Schuster si intrapresero nuovi restauri, in particolare fu eliminata la copertura e ripristinato il calpestio sugli spalti. Nel 1926 il Comune di Civitella San Paolo appose una lapide di bronzo commemorativa dei caduti della Grande Guerra, su un lato del baluardo pentagonale. Nel cortile d'armi è visibile una collezione di sculture ed iscrizioni di epoca romana, rinvenute nel territorio: notevole la statua di marmo raffigurante san Giacomo, dello scultore neoclassico Annibale Malatesta. Lavori eseguiti nel 1969 dai monaci con contributo governativo hanno consentito il rafforzamento della muratura esterna e dei conci. Il castello, acquisito dal Comune nel 1996, è stato restaurato tra il 1998 ed il 2000 in vista della sua trasformazione in centro polifunzionale, con progetto e direzione dei lavori da parte della Provincia di Roma e il contributo di un finanziamento regionale. Il palazzetto residenziale, che per molti anni ha ospitato le suore Battistine e l’asilo, dopo l’acquisto da parte del comune ed il restauro, è diventato, provvisoriamente, sede del municipio. Anticamente l’accesso al borgo era possibile per mezzo di Porta Capena o grazie all’ingresso principale della fortezza munito di ponte levatoio in legno, che si alzava e si abbassava sopra il fossato che girava tutt’intorno. Oggi il ponte è stabile, i cardini sono ancora visibili sugli stipiti della porta. Quest’ultima è sovrastata da un ornamento rifatto nel 1800 ad opera del muratore Giacomo Ricci, come testimonia I’iscrizione in latino sopra l’ingresso. L’ornamento presenta lo stemma di San Paolo: un braccio armato di spada; ed è sormontato dalla corona baronale, di cui furono insigniti nel XV secolo gli abati del monastero dì San Paolo dal re d’Inghilterra, protettore della basilica. Oltrepassata la porta, si accede nel cortile dove si trovano alcuni reperti archeologici rinvenuti nel territorio civitellese: due bassorilievi provenienti dalla località Miciano, uno in pietra, l’altro in marmo, forse appartenenti ad un tempio romano; un cippo funerario diviso a metà, frontone di una tomba romana di periodo imperiale, rinvenuto in località Monte lello; ed un altro cippo funerario. Sulla facciata del cortile, in occasione dei lavori di restauro del 1969 sono venute alla luce una finestra ed una nicchietta, probabilmente l’inizio di un camminamento nel muro verso la torre quadrata. Sul portoncino centrale un’iscrizione in latino ricorda che nel 1852 l’abate ed i monaci resero agibile il palazzo abbaziale, in gran parte disabitato. L’entrata immette in un ampio salone di ricevimento il cui soffitto presenta un sistema di volte in pietra e stipiti anch’essi in pietra. A tale salone sono annesse due stanze più piccole. Scendendo al disotto del pian terreno, per mezzo di una scala a chiocciola, si arriva in un salone sotterraneo, anch’esso con sistema di volte, probabilmente riservato alla soldataglia. Vi si accedeva direttamente da una porta di servizio, ora murata, che si apriva sulla scalinata di Via Verdi. Risalendo la scala a chiocciola, che ruota attorno ad una colonna di mattoni, si giunge al primo piano, dove c’è un terzo salone, avente soffitto a volte, con annesse due stanze. Salendo ancora si arriva al terrazzo. Quest’ala del castello è collegata all’altra tramite uno stretto corridoio che conduce in due stanze con alto soffitto a volte. Il castello è affiancato dal palazzetto residenziale, costruito tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo, e che ingloba l’adiacente Chiesa di Santa Marìa. La maggioranza delle sale di tale edificio presenta soffitti a cassettoni di legno; quelli della stanza al piano terra sono decorati con dipinti raffiguranti putti, cornucopie e ghirlande. Il loggiato del palazzetto si affacciava forse su di un giardino pensile, poi coperto per esigenze di spazio. Altri link consigliati: http://beni-culturali.provincia.roma.it/content/il-comune-della-settimana-civitella-san-paolo, https://www.youtube.com/watch?v=fP-ZCjvK2tI (video di pelfran).

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_abbaziale, http://www.romaepiu.it/castello-abbaziale/, http://www.comune.civitellasanpaolo.rm.gov.it/pagina/il-castello-medievale-0.

Foto: la prima è presa da https://imganuncios.mitula.net/trilocale_a_civitella_san_paolo_8000129484168519760.jpg, la seconda è di Flavio Abbatelli su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/332706/view. Infine, la terza è una cartolina della mia collezione.

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