martedì 23 gennaio 2018

Il castello di martedì 23 gennaio






VERRONE (BI) - Castello

E' un complesso di edifici di origine medievale. Nelle immediate vicinanze si rinvennero lucerne e cinerari romani, il che fa pensare che questo sia sorto in prossimità o sul luogo di un abitato gallo romano. L'origine del castello può dunque ritenersi più antica delle parti oggi restanti e databili intorno al XIV e XV secolo. L'impianto originario, ricollegabile ad un periodo anteriore al XIII secolo, era costituito probabilmente da una corte organizzata intorno ad uno spazio quasi quadrato, delimitata da una cerchia di mura alte circa 5 metri e rinforzata, nell'angolo a nord-ovest, da un bastione. A tale ipotetico disegno iniziale si sono stratificati nel tempo numerosi interventi, che hanno lasciato nel complesso attuale quella manifesta impronta di asimmetria che caratterizza l'architettura spontanea. L'accesso in origine era previsto nella zona ad est, ed è in seguito stato rimarcato da un portale ad arco, con funzione di chiusura ma soprattutto di segnale gerarchico specifico. Sull'origine del toponimo esistono due ipotesi: secondo la prima esso deriverebbe dal latino Vetus (vecchio), mentre la seconda lo fa risalire al termine celtico Uer (superiore, che sta sopra). Le vicende del castello furono per lungo tempo legate a quelle di un ramo biellese della nobile famiglia dei Vialardi, di fede ghibellina, la quale detenne a lungo i diritti feudali sul borgo di Verrone. Dopo aver contrastato l'alleanza guelfa guidata in questa zona dalla famiglia Avogadro il 19 febbraio 1373 Simone Vialardi si sottomise con il dominio di Verrone ad Amedeo VI di Savoia ed ottenne favorevoli condizioni economiche ed un'ampia autonomia amministrativa per i propri domini. I Vialardi rimasero così per secoli signori della zona perché i Savoia confermarono in seguito puntualmente i privilegi accordati alla loro casata. Questo dominio quasi incontrastato durò nella pratica fino all'Ottocento ed ebbe termine quando nel 1835 un celebre botanico, Maurizio Zumaglini, acquistò il castello dai conti Amedeo e Augusto Vialardi. Zumaglini visse a lungo nel castello dove scrisse la sua Flora pedemontana, una monumentale opera in latino che elenca le specie vegetali del Piemonte e della Valle d'Aosta. Prima di divenire comunale il castello appartenne anche alla nobile famiglia Cornetto Bourlot, originaria del biellese, il cui ultimo discendente è Giuseppe Cornetto Bourlot. Il castello di Verrone raggiunse la sua attuale conformazione quadrangolare con sviluppo attorno ad una corte centrale a seguito della trasformazione di fortificazioni preesistenti, documentate già nel corso dell'XI e del XII secolo. La parte più antica del castello è il massiccio torrione quadrangolare a sud-ovest del complesso, costruito a paramenti di mattoni con qualche corso binato di pietre a ceppi. Tale torrione, di proprietà privata, attualmente è completamente ristrutturato. L'ipotesi che questo mastio sia più antico delle altri parti del fortilizio parrebbe confermata dalle evidenti tracce di sopraelevazione di un corpo di fabbrica preesistente. La sopraelevazione dovette probabilmente avvenire nel XV secolo, dal momento che il torrione pare munito superiormente di ampie caditoie tipicamente quattrocentesche. Tale intervento quasi certamente coincise con un ampio intervento di restauro ed ampliamento del castello d aperte dei signori del luogo, effettuato durante il periodo di stabilità politica che seguì la fine delle lunghe guerre tra Visconti e lega anti-viscontea. Si può dunque far risalire a quel periodo anche la costruzione della rocchetta, ancora oggi visibile sul lato ovest del complesso, che dovette allora essere edificata sia per aggiornare militarmente il Castello, sia per provvedere ad una più degna e sicura dimora alla importante famiglia dei Vialardi, signori di Verrone. Essa è munita di un apparato a sporgere, organizzato su un triplice ordine di mensole in pietra e feritoie cannoniere inferiormente, ed è appoggiata su una torre a pianta circolare, realizzata in mattoni, sulla quale sono chiaramente leggibili tre fasi di intervento. La torre è infatti costituita da una parte certamente più antica che giunge fino all'altezza delle caditoie della rocchetta e termina con merli alla guelfa, i quali appaiono murati per effetto della successiva sopraelevazione della torre, fino all'altezza del tetto della rocchetta. Su questa seconda parte della torre fu aggiunto, in epoca relativamente tarda, un ulteriore coronamento a pianta ottagonale, con un'ampia apertura su ogni lato, ricoperta da un tetto. A differenza delle due precedenti, quest'ultima parte della torre è intonacata, e reca la data del 1698, che dovrebbe riferirsi, con ogni probabilità all'anno della sua costruzione. Secondo il Gabotto (Gabotto, Castelli biellesi), è probabile che esistessero anticamente altre tre torri collegate a questa situata all'angolo di sud-ovest "da un muro fiancheggiato esternamente da un secondo fossato". Mentre gli affacci esterni conservano una complessa ma marcata connotazione architettonica, gli affacci interni sulla corte hanno smarrito il loro significato originario, cedendo certamente sotto l'impatto dei numerosi e variegati interventi successivi. Il massiccio edificio posto a nord-ovest della corte presenta tracce di merlatura a coda di rondine; l'angolo nord-est del complesso è invece stato compromesso dai lavori eseguiti nell'Ottocento per la costruzione di una scuola materna. All'interno della corte è presente una cappella seicentesca che conserva affreschi dedicati all'Assunzione della Vergine mentre nel giardino rivolto a sud si trova un altro piccolo edificio religioso, decisamente più antico, che possiede un'abside forse risalente al XII secolo. La chiesetta è dedicata ai santi Simone e Giuda ed è anch'essa stata affrescata (XV secolo). Il castello è attualmente adibito in parte ad abitazione privata ed in parte ad uffici pubblici. Esso è infatti per circa metà di proprietà del Comune di Verrone, che ne sta completando il restauro. Dal 2015 parte dell'edificio è sede del Falseum, museo nel quale il tema affrontato è il falso nella storia e i suoi effetti, sia positivi che negativi. Il percorso concepito, che si sviluppa in varie sale, consente al visitatore di sviluppare un concreto punto di vista riguardo alla tematica. Altri link suggeriti: http://archeocarta.org/verrone-bi-castello-e-cappella/, http://www.preboggion.it/CastelloIT_di_BI_Verrone.htm (con belle foto).

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Verrone, http://www.comune.verrone.bi.it/storia_del_comune/edifici_monumenti_e_opere_d_arte_significativi.html

Foto: la prima è presa da http://www.atl.biella.it/rete-museale/siti-museali/dettaglio//-/dettaglio/436378?_ArticleDetailOneInstance_WAR_TripMashupportlet_backUrl=http%3A%2F%2Fwww.atl.biella.it%2Frete-museale%2Fsiti-museali%2F-%2Fquery%2Fcurrentpage%2F1%2Fpagesize%2F10%3Bjsessionid%3DEA5AAC277D2B7C26A5F6F730771AD1C9, la seconda è di F. Ceragioli su https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Verrone#/media/File:Castello_verrone_da_nord.jpg

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