venerdì 12 gennaio 2018

Il castello di venerdì 12 gennaio




ROMANO D'EZZELINO (VI) - Castello

Il riferimento a "Ezzelino" nel nome di questa località riguarda la famiglia degli Ezzelini che dopo il 1199 qui si trasferirono da Onara. Il potere raggiunto da Ecelo II "il Monaco" e dai due figli (Ezzelino III da Romano e Alberico II o Alberico da Romano) fino al 1260 fu tale che furono ricordati anche come "da Romano". Romano d'Ezzelino viene citato nel Paradiso della Divina Commedia (c. IX, v. 25), dove Dante Alighieri, guidato da Beatrice, arriva nel cielo di Venere. Il Colle è un riferimento al Col Bastia, dove oggi è visibile una torre campanaria a base circolare in ricordo dell'antica fortezza dei Da Romano. L'attuale Torre venne eretta nel 1827 progettata da Giovanni Zardo, discendente dei Canova. Oltre alla Torre Ezzelina, sul Col Bastia vi sono l'antica chiesetta di Romano e il monumento a Dante Alighieri, ove son riportate le terzine del Paradiso. Il castello era la principale residenza della famiglia Da Romano dopo la distruzione del precedente castello di loro proprietà a Onara. Esso venne donato alla famiglia dall'imperatore Corrado II all'epoca della sua discesa in Italia. Il capostipite degli Ezzelini, Ecelo, ricevette come ricompensa per la sua fedeltà i feudi di Romano, Onara e Godego. Il Castello di Romano era situato sul Col Bastia, colle in posizione strategica posto ai confini settentrionali del paese. Suddetto colle è veramente strategico: è infatti dotato di lievi pendii sul lato meridionale e di ripidi burroni su quello settentrionale, lato sul quale si trova il sentiero di accesso. Inoltre, la sua posizione permetteva di osservare molto del territorio circostante, prevalentemente pianeggiante. Secondo i recenti ritrovamenti e le testimonianze dell'epoca, la rocca era praticamente inespugnabile. L'immagine più antica, e anche l'unica, riferibile al Castello di Romano risale al XV secolo. È rappresentato in modo piuttosto semplice in una cartina del territorio veneto. Il Castello è rappresentato col toponimo Roman ed è raffigurato come se fosse costituito da una cinta muraria con quattro torri agli angoli, di cui una maggiore delle altre. Questa torre è rappresentata anche come ingresso, infatti alla sua base si nota un alto arco con saracinesca. Risulta inoltre essere strutturata in più piani, vista la disposizione delle finestre. Sulla cima sorge un ballatoio merlato. È l'unica immagine disponibile del castello, se si escludono le rappresentazioni settecentesche delle rovine. Un'altra possibile ipotesi è quella di Giambattista Verci nel più recente Storia degli Ecelini, che dice: « Gli Ecelini abitavano di frequente nel Castello di Romano. Colà v'era un castello per natura e arte quasi inespugnabile; perché la collina a levante, a mezzodì, e a ponente è molto ripida e malagevole da salirsi, e dalle poche vestigia che appariscono, desumesi quanto il Castello era da ogni parte ben munito a lunga resistenza. Avea figura quadrangolare con doppio recinto di grosse mura, e l'esterno oltre alcune torricelle aveva a mezzodì uno sporto ad angolo acuto fornito di un forte baluardo. Tra l'uno e l'altro recinto v'erano le abitazioni per la guarnigione. Dentro il secondo cerchio poi sorgeva il Palazzo oltre a una ragguardevole torre, della quale ancora si veggono le fondamenta. L'ingresso era dalla parte di settentrione, dove al presente è la Chiesa Parrocchiale, munito ancor questo di validi baluardi e di torri; e per avvicinarsi bisognava superare per angusti viottoli d'erta, e la disuguaglianza d'altre più basse colline; il che giovava non poco a render più forte il castello, perché potevasi in molti siti e con isbarre, e con altri ripari impedir l'ardito all'inimico. Questo castello fu distrutto dopo la morte di Ecelino III. ». Naturalmente non vi sono prove che il castello sia andato distrutto dopo la morte del tiranno. Se l'ipotesi della distruzione del castello in seguito alla sconfitta ezzeliniana è dubbia, è invece confermata la ricostruzione o il riutilizzo del maniero. Nel 1329, sotto la dominazione scaligera, un documento ne attesta l'appartenenza al capitano Dal Verme, castellano di San Zenone. Nel 1339 il castello venne occupato dai Veneziani, dopo la conquista del Veneto da parte di questi ultimi. Nel 1370 è invece documentata la ricostruzione o almeno il potenziamento delle strutture castellane sul colle Bastia. Questo restauro non deve essere servito a molto, infatti, nel 1379, il castello risulta essere assediato e incendiato dai Carraresi. I Veneziani riconquistarono la pedemontana nel 1388 ma il castello di Romano venne abbandonato in quanto non adatto alle nuove tecniche di difesa e forse nuovamente distrutto. Quattordici anni dopo, nel 1402, il castello sul Colle Bastia risulta essere in avanzato stato di rovina. Non è esclusa la possibilità che altre "bastie" siano sorte sul colle nelle epoche successiva. Per questa ragione il Verci, nel XVIII secolo, potrebbe aver scorto qualche tratto murario, ma avrebbe anche integrato la struttura delle bastie più recenti nella descrizione della bastia ezzeliniana. Il Colle Bastia mantiene più o meno le caratteristiche assunte nel XVIII secolo. Sulla sua cima sorgono il cimitero, la torre e il monumento a Dante. Per quanto riguarda il castello medievale, è possibile scorgere resti murari lungo il viale di accesso al monte, nei basamenti della torre e sotto il monumento a Dante. È inoltre molto facile trovare ciottoli e laterizi risalenti alla struttura castellana appena sotto l'erba. Oggi a simbolo di quel castello c’è una torre (chiamata anche Ezzelina) rotonda e crestata, costruita nel 1827 su progetto di Giovanni Zardo, uno dei prestigiosi discendenti del Canova. Ogni anno, durante il periodo del Palio di Romano, sul colle si tengono rievocazioni medievali, soprattutto della vita di Ezzelino III da Romano. Molte sono le leggende che si sono tramandate intorno all’antico castello di Ecelino andato distrutto. Si racconta che..
"Sotto alla Chiesa di Romano alto c’è una caverna in cui è rinchiusa l’anima di Ecelino, custodita da due demoni e davanti a quella caverna si vede talora un lumicino, che è nè più e nemmeno che l’anima del tiranno scomparso.
Li sotto egli gira di notte, acompagnato da torce. Qualche volta i due diavoli lo lasciano uscire, non senza prima avergli levato la lingua, gli occhi e le unghie; allora, passando per il buco della serratura, entra nella Chiesa, accende tutte le candele e si mette a salmeggiare e chi sta fuori, lo sente gridare.
Qualche notte d’inverno gira per le strade di Romano, solo e pensoso, colla barba rossa e col muso da cane.
Sotto la Chiesa ha le sue stalle, nelle quali strepinano i suoi cavalli indiavolati e in quelle ampie caverne son nascosti barili di monete d’oro, d’olio e di vino. Infine qualcuno racconta che Ecelino s’aggira intorno al colle di Romano ed a mezzanotte, fischiando, ululando e scuotendo le catene, precipita entro un buco nel Cimitero ritornando all’inferno". Lo stesso poeta bassanese Iacopo Vittorelli nel 1809, non scampò alle credenze popolari intorno al mistero di Ecelino e alla sua grande suggestione, tanto che a tal proposito colse l’occasione per spaventare suo fratello l’Arciprete Don Paolo Vittorelli, il quale doveva andare ad abitare la canonica, vicino alla Chiesa, ove la notte Ecelino, soleva per vie sotterranee, entrare e rubare tutto ciò che vi era di buono e così scrisse un sonetto che gli fece trovare sul tavolo…
“Se fra il silenzio della notte oscura,
Quando nel sacro ovil tace l’armento
Odi per l’aere un gemito ed un lamento
Che sembri annunziator d’alta sciagura
Se fra le cupe e solitarie mura
Vedi girar un’ombra a passo lento
Non ti sorprenda gelido spavento
Chè della tua salvezza il Cielo a cura
Questa magion, tu pastorla soggiorno,
Cinta da fosce sotterranee grotte
Fu dell’empio Ecelino asilo un giorno
Qui vien l’orrdo spettro a mezzanotte
E va girando e sospirando intorno
Fin che s’apre l’abisso e lo ringhiotte”.

Altri link utili: https://www.magicoveneto.it/Bassano/Ezzelini/Romano-d-Ezzelino-Colle-Bastia-Torre-Dante.htm, http://www.youreporter.it/video_LA_MITICA_TORRE_EZZELINA_A_ROMANO_D_EZZELINO

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Romano_d%27Ezzelino, https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_degli_Ezzelini_(Romano_d%27Ezzelino), https://www.peperonciniamoci.it/forum/topic/32037-romano-dezzelino-col-bastia-chiamato-anche-colle-di-dante/

Foto: la prima è di Roberto Frison su https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_degli_Ezzelini_(Romano_d%27Ezzelino)#/media/File:Col_Bastia.jpg, la seconda è presa da https://www.magicoveneto.it/Bassano/Ezzelini/Romano-d-Ezzelino-Colle-Bastia-Torre-Dante.htm

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