giovedì 3 maggio 2018

Il castello di giovedì 3 maggio




MONTALTO DELLE MARCHE (AP) - Torrione in frazione Porchia

Il territorio di Porchia è abitato fin dall’antichità, esistendo testimonianza della presenza di necropoli sia picene sia romane. La fondazione vera e propria risale però al IV secolo, durante le invasioni barbariche. Il borgo, che sorge su uno sperone calanchivo a Nord-Est di Montalto delle Marche, prese il nome di Porcia. A nord, ovest e sud, pareti alte e dirupate rendono il luogo praticamente inaccessibile, ma ad est, dove sbocca l’unica possibile via d’accesso al paese, i fondatori longobardi (sec. VIII – IX) dovettero realizzare possenti opere di difesa per assicurarsi tranquillità e prevenire ogni pericolo. Anche i monaci farfensi, che nel 1039 ricevettero Porchia in dono da Longino D’Azzone, dovettero realizzare possenti opere di difesa. Nel 1291 il papa ascolano Niccolò IV attribuì al castello la prima forma di autonomia, ammettendolo all’elezione del podestà. Di lì a poco Porchia entrò a far parte dei castelli di Ascoli, come baluardo nordorientale della città. Ascoli offrì a sua volta aiuto militare al castello (1319-1321). Di questo status la frazione reca tuttora traccia, con la partecipazione della sua rappresentanza alla Quintana di Ascoli Piceno. Nel 1377, il più spavaldo, valoroso ma anche crudele dei signori ghibellini, Boffo da Massa, realizzò una piccola signoria al confine tra gli stati di Fermo e di Ascoli Piceno costituita da Carassai, Castignano, Cossignano e Porchia. Nel 1380 Antonio di Acquaviva della famiglia dei duchi di Atri, fece prigioniero Guarniero, figlio di Boffo e lo rinchiuse nel carcere di Santa Vittoria. Lo tenne in ostaggio a lungo e minacciò di ucciderlo se il padre non gli avesse consegnato i castelli di Porchia e Cossignano. Il 4 settembre 1387 Boffo da Massa venne ucciso a Carassai. Cossignano, il giorno dopo la morte del Tiranno e Porchia, il giorno successivo si confederarono, con Fermo. Pur soggetta al comune di Ascoli, tuttavia, Porchia appartenne alla diocesi di Fermo, nella quale restò fino al 1571, quando venne aggregata alla diocesi di Ripatransone; nel 1586 poi il montaltese papa Peretti, Sisto V, elevando a sede vescovile la sua città, ne ricavò il territorio appunto dalla diocesi ripana, scorporandone anche Porchia (14 novembre). Il primo vescovo di Montalto, Paolo Emilio Giovannini, fu nativo del castello, e i fornaciai porchiesi fornirono i mattoni per la costruzione della nuova cattedrale. Il comune di Porchia cessò di esistere nel 1861, sopraggiunta l’Unità d’Italia, allorché un decreto piemontese lo accorpò definitivamente a Montalto delle Marche. Il torrione che dominava lo spiazzo dove sboccava l’unica via naturale d’accesso a Porchia e proteggeva la porta principale del paese fu ricostruito ex-novo come si desume dal fatto che le bocche del fuoco, le quali si aprono al centro dei vari fianchi del torrione, una per fianco, nel punto d’attacco della scarpata, sono organismi originali e non inserti posticci. La tessitura della cortina muraria che circonda quei forti, infatti, è regolare e non presenta lacerazioni di sorta. Tra la fine del sec. XIV e tutto il secolo successivo, l’uso di nuovi tipi di armi determinò il bisogno di intervenire sugli organismi fortificati esistenti allo scopo di apprestarli per e contro i nuovi mezzi bellici. E’ significativo il fatto che, nel 1398, il fermano Matteo di Matteo rifece quasi completamente il castello di Monte Varmine, che si trova a breve distanza da Porchia e presenta una cortina in laterizi e sistemi difensivi molto simili a quelli del recinto murato di Porchia. Che il sistema difensivo di Porchia fu rinnovato completamente fra il sec. XIV e XV può affermarsi con quasi assoluta certezza. Con tutte quelle alzate in quel periodo nella regione marchigiana, la cortina in laterizi ha un notevole spessore e presenta un’alta scarpata per far rimbalzare i proiettili delle artiglierie. Inoltre, nel punto più vulnerabile (est) è dotata di un torrione poligonale con beccatelli e merli ghibellini, che fuoriesce dalla stessa cortina ed è rinforzato da possente scarpata. Persino i magistrati del libero comune, che ricevettero Porchia a partire dalla metà del sec. XIII si comportarono allo stesso modo dei fondatori longobardi e dei monaci farfensi. L’autore della guida pratica nel 1899 asseriva che: ‘Le mura castellane del 1200 circa serravano ancora maestosamente e a larga cinta tutto il piccolo paese, comprovante così la sua antica ampiezza’. L’autore della scheda di Montalto nel 1936 rilevava solamente che a Porchia esistevano mura di cinta frammentarie con torrione poligonale con scarpata, beccatelli, merli ghibellini, difesa piombante del sec. XIV-XV. Le mura hanno subito notevoli danni a seguito di diversi terremoti (nel 1703, nel 1916 e nel 1943), l'ultimo dei quali, in particolare provocò il crollo dei merli ghibellini del Torrione. Durante i lavori di restauro avviati per risistemare il monumento fu trovata una foto attestante l’ancor buono stato di conservazione della parte terminale del Torrione fino a tutti gli anni trenta; infatti era ben visibile un motto fascista iscritto sulla parete della casa a sinistra del torrione. L'attuale struttura di forma pentagonale, difesa da una possente scarpatura alla base che aveva lo scopo di assorbire e deviare i colpi delle bombarde, è coronata da merli di fattura ghibellina costruiti sopra una fila di beccatelli dove i difensori potevano, al riparo, operare e contrattaccare. Di origine trecentesca, è stata aggiornata nel Quattrocento munendola, oltre che della massiccia scarpatura, anche di diverse bombardiere e feritoie. Avente funzione di torre di comando, organizzava dall’alto le difese del borgo. Il lato rivolto verso l’interno è privo di copertura muraria. Molto scenografico nella sua collocazione, un tempo era circondato da altri edifici ora demoliti, che andavano a comporre le difese della parte alta del paese. Piuttosto ben tenuto, e sede dell’orologio cittadino, il torrione è visitabile tramite delle ripide scalinate in legno che salgono fino alla piattaforma superiore. Altri link suggeriti: http://lnx.montaltomarche.it/montalto2/Presida/Porchia/Virgili/crono.php, https://www.youtube.com/watch?v=CSPTNuZNMXo (video di Luigi Manfredi)

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Porchia, http://www.terredelpiceno.it/monumenti/torrione-di-porchia-montalto-delle-marche/, http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-porchia-montalto-delle-marche-ap-2/

Foto: entrambe sono prese da http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-porchia-montalto-delle-marche-ap-2/

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